Crei un gruppo WhatsApp tra amici? Potresti finire nei guai: la Cassazione ha deciso

La Cassazione ha stabilito che alcuni gruppi di WhatsApp violano le normative e, dunque, costituiscono reato.

Il mondo della comunicazione digitale ha subito una svolta negli ultimi anni, rappresentando una buona percentuale delle interazioni sociali che avvengono durante l’arco di una giornata. Basti pensare, dati alla mano, quanti utenti attivi ci sono su WhatsApp a livello globale: solo il 2024 ha infatti registrato 2,7 miliardi, di cui 35,7 milioni nel nostro Paese registrati a luglio 2024. Si tratta di una crescita del 3,5% rispetto allo scorso anno.

Martello giudice e logo WhatsApp
Crei un gruppo WhatsApp tra amici? Potresti finire nei guai: la Cassazione ha deciso – extenzilla.it

Insomma, non solo social network: a dominare la comunicazione digitale sembra essere WhatsApp, che oltre a tenere testa alla concorrenza, ad oggi va ben oltre una semplice app di messaggistica. Al suo interno è possibile creare gruppi, accedere ai canali preferiti, condividere stati e gestire le interazioni in maniera più efficiente e completa. Un processo, questo, sempre in via di sviluppo.

Tuttavia, WhatsApp, come sempre, ha un solo limite: la privacy. Un concetto a cui tiene molto, anche se molti utenti potrebbero infrangere questa sicurezza di mano loro, talvolta non accorgendosi nemmeno di compiere un reato. Ecco, ed è qui che entrano in gioco i gruppi WhatsApp; talvolta fastidiosi, altre volte utili. Ad oggi, fare uso improprio di questo strumento può portare alla reclusione.

Gruppi WhatsApp: quando sono vietati

Forse non ci hai mai pensato, ma il numero di telefono è un dato personale e non può essere comunicato a terzi senza consenso. Inserire qualcuno in un gruppo WhatsApp senza autorizzazione viola la normativa sulla privacy e può configurare un illecito trattamento dei dati personali.

Omini in cerchio sopra una mano, illustrazione gruppo di comunicazione
Gruppi WhatsApp: quando sono vietati – extenzilla.it

La Cassazione ha ribadito che chi possiede un numero di cellulare ha il diritto di non divulgarlo. Ma una volta inseriti in un gruppo, tutti gli altri membri – anche quelli che non conosciamo o non vogliamo avere rapporti – possono vedere il nostro numero e contattarci.

Le nuove condizioni di WhatsApp sono chiare: l’uso improprio dell’app, compreso l’inserimento non autorizzato nei gruppi, può comportare la disattivazione dell’account.

Ma facciamo un esempio concreto. Mettiamo caso che dobbiamo organizzare una festa e di creare un gruppo per coordinarci. Se aggiungiamo un contatto senza consenso, potremmo violare la normativa e rischiare una segnalazione, con possibili sanzioni. Sembra una questione banale, ma in passato casi simili hanno portato a condanne.

Il numero di telefono è un’informazione personale, e la sua diffusione non autorizzata può essere punita con sanzioni. Il Codice della Privacy, aggiornato con il GDPR, prevede anche conseguenze penali.

Il Garante della Privacy ha sottolineato che la diffusione di numeri senza consenso può arrecare danno. Se accade in un gruppo WhatsApp, la violazione è evidente. Dunque, chi gestisce gruppi deve sempre chiedere il permesso prima di aggiungere qualcuno. Meglio ancora, usare la funzione di invito tramite link, così che l’utente scelga se entrare o meno.

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