Non sempre la caduta dei capelli è fisiologica, a volte può trasformarsi in una vera malattia, denominata alopecia. È possibile curarla o si deve accettare la situazione.
A tutti capita di notare spesso una caduta dei capelli piuttosto cospicua, in modo particolare quando si fa lo shampoo o semplicemente quando si spazzolano, situazione che può verificarsi soprattutto in determinati periodi dell’anno. In genere questa situazione è ritenuta fisiologica in primavera e in autunno ed è dovuta al ricambio stagionale, anche se sarebbe bene non sottovalutare la situazione se questa diventa continua e porta anche alla formazione di veri e propri “buchi” in testa, quello che corrisponde a una malattia vera e propria l’alopecia.

È un errore pensare che questo possa accadere soprattutto agli uomini, in entrambi i casi può esserci non poco disagio nel rapportarsi con gli altri. Qualora il quadro dovesse peggiorare in maniera costante, sarebbe bene non tergiversare e consultare al più presto il medico (meglio se un tricologo o un dermatologo) per individuare le possibili cause e capire se sia possibile adottare un piano terapeutico efficace.
Che cos’è l’alopecia: è possibile curare la caduta dei capelli?
È più che naturale preoccuparsi quando si nota una caduta dei capelli eccessiva e non notare grossi miglioramenti nemmeno applicando le lozioni che si trovano in commercio utili allo scopo. Avere una dieta equilibrata può essere di aiuto, anche se a volte anche quello potrebbe non bastare, specialmente se si incorre in quella che viene definita alopecia.
Il termine si riferisce a una patologia che provoca il diradamento della quantità dei capelli o dei follicoli piliferi, che non sempre si verifica allo stesso modo. A volte si evidenzia in maniera graduale, per questo si tende a pensare di poter arginare la situazione, in altre in modo improvviso, notando la comparsa di buchi in cui i capelli sono del tutto assenti.

Le cause possono essere diverse, basti pensare a stress fisico (interventi chirurgici, febbre o infezioni), psicologici, infezioni micotiche e lesioni dei follicoli piliferi. In genere queste condizioni sono risolvibili, non sempre invece si può dire lo stesso quando si incorre nell’alopecia, che può essere areata o androgenetica.
L’alopecia areata può riguardare tutti, a ogni età, bambini, donne, uomini e anziani. Si nota in questi casi la caduta a chiazze dei capelli, causata dalla malattia che colpisce i bulbi piliferi, da cui nascono i capelli. Non ci sono certezze sule cause, si ritiene sia un effetto di un problema al sistema immunitario, che porta l’organismo ad attaccare i propri tessuti con una reazione autoimmune.
A volte può essere temporanea, ma può anche tornare, in forma più grave. Esistono poi dei casi, anche se rari, in cui si può verificare una degenerazione della malattia, che porta a una perdita totale dei capelli, denominata alopecia areata totalis. Ci sono poi pazienti che vedono coinvolti contemporaneamente cuoio capelluto, viso e corpo (alopecia areata universalis). Non si registrano altri malesseri, anche se certamente a livello psicologico sono in tanti a soffrire per questo, specialmente se non si registrano miglioramenti in tempi rapidi.
L’alopecia androgenetica è la più diffusa e colpisce oltre il 70% degli uomini e il 50% delle donne di età superiore a 80 anni. Si tratta di una risposta eccessiva agli ormoni androgeni, spesso può verificarsi in chi ha avuto parenti con la stessa patologia.
La caduta dei capelli è progressiva, ma avviene in maniera diversa a seconda del sesso:
- nelle donne si verifica un diradamento diffuso;
- negli uomini la perdita avviene soprattutto sulle tempie e sul vertice.

Al momento non esistono cure che possono rivelarsi efficaci in via definitiva. Le donne possono però notare un miglioramento attraverso l’assunzione della pillola anticoncezionale, che può tenere a bada gli ormoni. Non a caso, è più evidente con la menopausa, quando si registra un calo generalizzato degli estrogeni. Il ginecologo potrebbe quindi individuare una terapia adeguata attraverso una cura ormonale sostitutiva. Gli uomini, invece, potrebbero provare a gestirla con alcuni farmaci o con l’autotrapianto.