Smartworking, controlli più serrati: multe fino a 500 euro in arrivo nel 2025

Lavorare in smartworking comporta degli obblighi e nel 2025 i controlli sulle infrazioni saranno più serrati. Attenzione, potrebbero costare caro.

Smart working o lavoro agile, un modello organizzativo che in altre nazioni viene sfruttato al meglio delle sue possibilità ma che in Italia è guardato ancora con sospetto. Eppure di vantaggi ne garantisce parecchi anche se bisogna fare attenzione alle regole che lo disciplinano.

Computer e soldi
Smart working, controlli più serrati: multe fino a 500 euro in arrivo nel 2025 (Extenzilla.it)

Aziende e lavoratori guadagnano dallo smart working in vari modi. È comprovato come il lavoro agile migliori la produttività, riduca l’assenteismo, diminuisca i costi e aiuti l’ambiente. Basti pensare che solo due giorni a settimana di smart working possono garantire all’azienda l’ottimizzazione degli spazi e una riduzione di consumi energetici per un totale di 250 euro circa all’anno per ogni postazione lavorativa. Questo modello organizzativo promette ai dipendenti, invece, una riduzione dei tempi e costi legati agli spostamenti, un miglioramento dell’equilibrio lavoro-vita privata, un aumento della motivazione e della soddisfazione.

Nonostante i vantaggi palesi, in Italia il lavoro agile viene ancora visto con perplessità. Durante la pandemia è stato una salvezza per aziende e lavoratori ma passata l’emergenza sanitaria tante aziende sono tornate al vecchio modello organizzativo. I numeri, però, fanno intravedere un passo verso l’evoluzione del mondo del lavoro. Nel 2024 il trend ha registrato un numero di lavoratori in smart working di 3,55 milioni con il 73% dei dipendenti che si opporrebbe se richiamato in sede.

Lavoratore in smart working, l’obbligo per le aziende

In Italia lo smart working non si arresta nelle grandi imprese, risulta stabile nelle microimprese e in calo nelle Piccole e Media Imprese. Nel momento in cui il datore di lavoro concede il lavoro agile dovrà ottemperare ad un obbligo stabilito dalla Legge 203 2024. Parliamo della formalizzazione dello smart working tramite comunicazione entro cinque giorni di tale modalità di svolgimento dell’attività lavorativa. La comunicazione è telematica e deve essere effettuata tramite Portale Servizi Lavoro accedendo con le credenziali digitali.

Persona al computer
Lavoratore in smart working, l’obbligo per le aziende (Extenzilla.it)

Nel 2025 è stato confermato l’obbligo per i datori di lavoro. Anche in caso di modifiche alla durata o alla cessazione del lavoro agile varrà sempre il limite di cinque giorni per l’invio della comunicazione telematica. Tempistiche sempre più stringenti e controlli più serrati al fine di garantire una maggiore tracciabilità delle prestazioni lavorative svolte in smart working. In caso di negligenza nell’ottemperare l’obbligo saranno applicate sanzioni di importo variabile tra 100 e 500 euro per ogni lavoratore coinvolto (articolo 19 comma 3 del DLGS 276/2003). Ricordiamo, infine, l’obbligo per il datore di lavoro di conservare l’accordo individuale con il dipendente per cinque anni.

Gestione cookie